LA CANA’

Nella frazione San Quirico, a metà circa di via Dante, si scende sul lato destro per una scalinata tra case oggi disabitate, realizzata con terra riportata e trattenuta da alzate di legno e prosegue come sentiero in una valletta boschiva incuneata tra i due crinali di via Umberto I e via Dante a far da siparietto; verdissima, fresca, ricolma di alberi d’alto fusto, di canneti e lauroceraso e da tappeti di edere, conduce ad uno spiazzo riparato da alte rocce aggettanti. E’ il percorso della Canà, che in quattrocento passi conclude in un paesaggio naturalmente conservato con terreno rincalzato da pali e tronchi dove vorrebbe smottare, presso l’omonima fonte circondata da cisterna chiusa e pompa a mano secolari affiancate da un lavatoio pubblico- una vasca di tre per cinque metri- che, usato per sciacquare il bucato lavato con acqua bollente e cenere nel mastello di casa, funzionò anche come meta di aggregazione sociale al femminile. Intorno ai manufatti, lo spiazzo connotato da terrazzamenti naturali con due panche e due tavoli lignei, attrattivo per pareti, piani di calpestio asimmetrici e tappeto naturale di erbe, piante e cespugli incombenti dalle rocce e per i manufatti del mondo contadino che contiene, è utilizzabile come scenario ottimale per soste rigeneranti “fuori dal mondo” ma anche per spettacoli. Dalla Canà si può rientrare anche con percorso boschivo ad anello da Roccaberga – tratto finale di via Dante, o da Vulonga – via Umberto I.