L’esposizione museale in esterno presenta in due nicchie del muraglione in pietra di via XX settembre due storici tipi di erpice:
l’erpe pián in legno, con denti fissi in ferro.
l’erpe snudä in ferro con denti mobili o snodati, che si adatta meglio ad asperità del terreno.
Questa macchina agricola, usata per l’erpicatura (per arpié), fu per la prima volta raffigurata nell’arazzo di Bayeux datato al 1077. L’etimo del nome sannita-latino (hirpus) riprende l’appellativo sannita del lupo con allusione ai denti dei quali è fornito lo strumento; la variante (herpex) è tardo-latina.
Gli erpici più antichi erano costruiti interamente in legno; quindi, in legno nel telaio di forma quadrilatera ma con denti in ferro.
In passato, dopo l’aratura, il terreno richiedeva il ripetuto passaggio dell’erpice frangizolla per livellare il terreno e sminuzzare le zolle ( uataròn) in previsione della semina.
L’attrezzo serviva anche per interrare semi e concimi, rompere croste superficiali, asportare residui vegetali, estirpare erbe infestanti sia che fosse strutturato con telaio rigido o snodato, con denti rigidi o lame flessibili. Utilizzato al traino dei buoi, la sua pesante maglia in ferro permetteva un’aderenza completa a terreni irregolari e rendeva l’erpicatura veloce.
L’esposizione museale in esterno presenta in due nicchie del muraglione in pietra di via XX settembre due storici tipi di erpice:
l’erpe pián in legno, con denti fissi in ferro.
l’erpe snudä in ferro con denti mobili o snodati, che si adatta meglio ad asperità del terreno.
Questa macchina agricola, usata per l’erpicatura (per arpié), fu per la prima volta raffigurata nell’arazzo di Bayeux datato al 1077. L’etimo del nome sannita-latino (hirpus) riprende l’appellativo sannita del lupo con allusione ai denti dei quali è fornito lo strumento; la variante (herpex) è tardo-latina.
Gli erpici più antichi erano costruiti interamente in legno; quindi, in legno nel telaio di forma quadrilatera ma con denti in ferro.
In passato, dopo l’aratura, il terreno richiedeva il ripetuto passaggio dell’erpice frangizolla per livellare il terreno e sminuzzare le zolle ( uataròn) in previsione della semina.
L’attrezzo serviva anche per interrare semi e concimi, rompere croste superficiali, asportare residui vegetali, estirpare erbe infestanti sia che fosse strutturato con telaio rigido o snodato, con denti rigidi o lame flessibili. Utilizzato al traino dei buoi, la sua pesante maglia in ferro permetteva un’aderenza completa a terreni irregolari e rendeva l’erpicatura veloce.