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infernòt

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Capolavori di architettura rurale scavati a colpi di piccone nella roccia come complementi di cantine di vinificazione e destinati a conservare vino d’annata, costituiscono la geografia segreta disegnata da contadini scultori nelle fondamenta di casa: dove la temperatura costante favoriva la lunga conservazione anche di cibi e dove una cisterna raccoglieva acqua piovana per abbeverare gli animali in caso di siccità.

Solitamente cantine e infernòt sono a piani abbassati rispetto alla strada e alla porta d’accesso; per raggiungerle si scendono gradini, anche ripidi, che concludono in locali a luce naturale obliqua e attenuata.

Le visitabili rappresentano un campionario di forte interesse storico – culturale delle molte cantine scavate nell’Ottocento sui due contrafforti rocciosi che ospitano l’abitato orsarese del concentrico e della frazione. Furono inizialmente spazi di uso promiscuo per deposito, ricoveri animali o abitazione, ricavati su cenge di questa roccia arenacea che garantiva per tutto l’anno temperatura costante intorno ai 18° e riparo certo; nel tempo divennero complementari all’abitazione soprastante edificata talora come casa-torre.  Varia l’estensione e la struttura, adattate alle possibilità di scavo ed a esigenza del proprietario.