FONTE DI SAN QUIRICO

Riportata alla luce con intervento di risanamento recentemente realizzato dai volontari di San Quirico, si trova a ridosso del muraglione in pietra della Proloco e, poiché prossima alla conclusione dell’antica San Quire, sembra fatta apposta per essere il ristoro privilegiato dopo un percorso in forte salita che un secolo fa rese necessario un secondo anello di collegamento della frazione al paese, dotato di tornanti e più agevole. Rimasta sconosciuta per decenni, perché celata da materiali vari, è oggi un richiamo assoluto: per la profondità dello scavo nella roccia viva, per la volta a botte in laterizi e pietra, per il cordolo ad arco realizzato in mattoni pieni, per la scaletta d’accesso all’acqua, dove ogni gradino è monolite scalpellato a mano; infine per l’acqua profonda circa un metro e di intenso color smeraldo. Un pregevole cancello in ferro battuto la custodisce da ingressi impropri.

LA FONTANA DI SAN MARTINO

E’ ancora percorribile l’antica sterrata che come carrareccia avviata nello slargo dietro la parrocchiale, con lievissima pendenza, e tragitto pressoché lineare, scendeva verso il bosco a destra del cimitero fino alla Fontana con sorgente da viva roccia utilizzata per il rifornimento periodico di acqua necessaria anche ad abbeverare i buoi. La fontana oggi è coperta e rinserrata tra roccia e muro in laterizio; una porticina sigillata da chiavistello impedisce incursioni pericolose o cadute accidentali di ragazzini. In prossimità, un pozzo con getto limpido, puro e potente, utile per l’orto del proprietario, è delimitato oggi da recinzione obbligatoria. La costruzione intorno alla fontana è incastonata nella parete rocciosa e ripida e solo la facciata è “fuori terra”. Una piazzuola, ricavata dal terrazzamento del declivio, permette e permise accesso e rifornimento facili. La vasca in cemento, quadrangolare, occupa uno spazio di tre metri quadri e i settanta centimetri di profondità dell’acqua azzurra e trasparente, lasciano intravvedere il fondo pulito. Striature azzurre e rosa delle pareti conferiscono un plus di interesse all’insieme, nel quale è singolare la qualità, la quantità d’acqua sorgiva diffusa tra imponenti roccioni sui quali poggia tutto il paese.

La chiesetta diroccata di Martino, già lazzaretto nel 1600 per la peste.  Contiene come pala d’altare un affresco di Giovanni Monevi del 1697.

LA FUNTANELA

Si apre a filo strada dopo l’ultima casa sulla sinistra del percorso che conduce a San Martino.

Il nome le deriva dall’essere fonte d’acqua per esigenze varie, ma soprattutto destinata a cucina e orti, perché vicinissima all’abitato del paese, affacciata su un rettilineo pianeggiante, facile da prelevarsi. Ai lati del breve vialetto d’accesso, due aiuolette di erbe aromatiche e fiori multicolori formano un giardino roccioso, che si addice alla fonte distesa come grande cisterna in amplissima caverna, dal soffitto basso ma allungata, come un corso d’acqua che scende dalla sorgente, in profondità nel roccione sul quale poggia l’Oratorio della Santissima Annunziata. La bellezza del luogo deriva dalla conformazione originale esaltata da striature azzurro-rossastre e rosa delle rocce interne che paiono dipinte da un bravo  impressionista.